30 aprile 2007

Il ’68 secondo Lucchetti

Volevo andare a vedere Number 23 poi ho letto la critica e parlato con Elena… ho preferito andare a vedere Mio fratello è figlio unico di Daniele Lucchetti. Ho fatto bene!!! Il film è ben fatto e gli attori bravi. Perché lo spacciano come un film di Scamarcio? Il protagonista è Elio Germano, il Riccardo nazionale è soltanto uno dei comprimari. Questi press agent venderebbero la madre per far andare uno spettatore in più al cinema. A parte questo bieco trucchetto per attirare le quindicenni al cinema il film merita di essere visto, è scorrevole e ben recitato, soprattutto da Angela Finocchiaro ed Elio Germano. Entrambi interpretano i loro personaggi con trasporto e convinzione dando loro umanità e profondità. Per voi giovani (è il Nonno che parla) che non avete vissuto gli anni di piombo, la pellicola riesce a tratteggiare con complice lievità lo stato d’animo che si respirava in quegli anni. Non è uno spaccato storico monumentale, è la storia di un ragazzo di provincia sfiorato dalla rivoluzione, una rivoluzione più parlata che vissuta che porta il giovane protagonista a militare prima nelle fila dei picchiatori fascisti e poi in quelle dei comunisti. Sempre in cerca di un idea che riesca a placare la sua sete di giustizia. Finalmente un film intelligente che non annoia a morte. BRAVO DANIELE!!!

18 aprile 2007

L’ultimo Re di Scozia

Mentre aspetto con trepidazione di vedere Spiderman 3 (incredibilmente uscirà il 1° maggio, tre giorni prima che in America… ma vieni!!!) vorrei segnalarvi due film, uno molto bello e l’altro veramente brutto. Partiamo con le buone nuove. Cavalcando sempre l’onda degli Oscar sono andato a vedere L’ultimo Re di Scozia, per il quale Forest Whitaker ha vinto l’ambita statuetta come miglior attore protagonista. Il film è molto bello, mostra la discesa all’inferno di un giovane medico scozzese, interpretato da un convincente James McAvoy, che si lascia tentare dal fascino istrionico del sanguinario dittatore dell’Uganda Idi Amin. La logica vorrebbe che dedicassi spazio ed enfasi a questa pellicola che ci obbliga a riflettere su quanto siamo bravi a girare la testa da un’altra parte quando ci fa comodo e invece, devo fermarmi qui. Ho bisogno di spazio per urlare quanto brutto è Hannibal Lecter - Le origini del male. Dovete evitarlo come la peste!!! Tanto bello ed inquietante è Il silenzio degli innocenti, tanto brutto e soporifero questo prequel. Se c’è una cosa che detesto è un film horror che annoia: è un controsenso!!! I film dell’orrore dovrebbero spaventare ed angosciare, insinuarsi nel subconscio, frantumare certezze ed alimentare paure ataviche. Hannibal Lecter - Le origini del male vorrebbe spiegare come tutto è cominciato invece riesce solo a far desiderare di non essere mai entrati al cinema a vedere un obrobrio di questa portata. Riesce a trasformare Hannibal Lecter in un povero disadattato, un personaggio che Sir Anthony Hopkins aveva fatto diventare l’essenza stessa del male, inquietante ed affascinante nello stesso tempo. Ascoltate il nonno, noleggiatevi Il silenzio degli innocenti che nel lontano 1991 vinse l’Oscar per: miglior film, miglior regia a Jonathan Demme, miglior attore protagonista a Anthony Hopkins, miglior attrice protagonista a Jodie Foster, miglior sceneggiatura non originale a Ted Tally. È l'unico thriller che abbia vinto i 5 oscar fondamentali, evento verificato solo 2 volte, nel 1934 con Accadde una notte di Frank Capra e nel 1975 con Qualcuno volò sul nido del cuculo di Milos Forman.

12 aprile 2007

The prestige batte The Illusionist 2-0

Apprezzo ancora la libertà che questo blog mi lascia, mi piace non aver vincoli di nessun tipo, poter scrivere di un film anche dopo un po’ che è uscito, senza limiti di battute o contenuti: adoro la rete!!!
Tutto questo per scrivere del film The Illusionist dopo una settimana dall’uscita, forse per voi non è strano ma per un cinemaniaco come il sottoscritto questa è una mancanza incredibile!!!
Ho visto The Illusionist il giorno di Pasqua in compagnia della mia dolce metà (che saluto anche se non mi legge mai!!!) ed entrambi siamo giunti allo stesso verdetto: noioso, proprio noioso!!!
Edward Norton ce la mette tutta, interpreta in modo credibile il grande illusionista Eisenheim che sacrifica fama e denaro per amore della bella Principessa Sophie (Jessica Biel) ma, lo sforzo del bravo attore di Boston, non basta. Il film è soporifero e la trama troppo scontata. Il regista Neil Burger non si sofferma un attimo ad approfondire il dramma interiore del protagonista che dovrebbe essere lacerato da un amore impossibile. Un'altra occasione sprecata!!!
Se volete rinfrancarvi lo spirito rimanendo sempre saldamente ancorati alla stessa ambientazione di fine ottocento, dovete pazientare fino al 3 maggio e poi potete fiondarvi in videoteca per noleggiare “The Prestige”. Gioirete, così, dell’ultima regia del giovane e talentuoso Christopher Nolan. Un film cupo, ossessivo e violento, che merita assolutamente di essere visto perché ben scritto e ancor meglio diretto. I due protagonisti Hugh Jackman e Christian Bale ci trascinano giù nel profondo della loro ossessione togliendoci il respiro. Christopher Nolan e il fratello Jonathan confezionano una sceneggiatura che non lascia scampo, spinge sempre più in là il limite estremo oltre il quale è lecito andare. GUARDATELOOOO!!!!

07 aprile 2007

Elizabethtown: amore e musica on the road

Stavo facendo una partita a "Vegeto" sul mio divano, certo che il record di zapping era mio quando... sono incappato Elizabethtown e il mondo si è fermato. Questo film continua a piacermi ogni volta di più!!! Fatevi un piacere, guardate l’ultima fatica di Cameron Crowe, ecco le istruzioni per l'uso: accomodatevi sul divano con una bibita a portata di mano e gustatevi questo piccolo capolavoro che parla di sconfitta, di come toccare il fondo e risalire in superficie grazie all’aiuto di qualcuno. Come disse un grande uomo: tutte le risposte sono già dentro di noi, il difficile è trovarle!
La storia del giovane dirigente Drew Baylor (Orlando Bloom) che, inventata la scarpa che nessuno indosserà mai causa alla società per cui lavora un miliardo di dollari di perdite, è il pretesto per il regista di parlare di sentimenti e memoria. Il bravo protagonista ad un passo dal suicidio è costretto a tornare nella città natale del padre per assistere alle esequie del genitore appena scomparso. Durante il viaggio aereo conosce una giovane hostess (Kirsten Dunst) che lo costringe a reagire e a riprendere in mano le redini della sua vita. Fin qui niente di nuovo; la cosa che rende diverso questo film è il modo in cui Claire aiuta Drew: lo costringe a tornare a casa in automobile con tappe in tutti i luoghi importanti per la storia americana. Con l’urna contenente le ceneri del padre sul sedile del passeggero il giovane riscopre se stesso, recupera il rapporto con un padre legatissimo alla sua terra e trova l’amore. Un elemento insostituibile della pellicola è la musica che sottolinea e rafforza ogni momento, ogni singola inquadratura è completata dalla canzone giusta. Anche questa volta Cameron Crowe non rinuncia al suo primo amore (ha iniziato a scrivere sulla rivista Rolling Stone a quindici anni); sono pochi i registi che pensano così seriamente alla colonna sonora dei film, che considerano le canzoni la colonna portante della storia.
C’è un altro film di questo cinquantenne innamorato del rock che è un vero tributo alla musica del diavolo: Quasi famosi (in originale Almost famous). La trama racconta del giovanissimo Russell Hammond che, a soli quindici anni, si aggrega alla rock band degli Stillwater per scrivere un articolo sulla loro turnè. La stretta convivenza con i componenti della band ne rivela i lati negativi e porta il protagonista ad una maturazione non priva di delusioni ed amarezze. Bellissimo film sulla fine del rock, sulla definitiva morte della musica senza confini e padroni che si librava sopra tutti e tutto, non condizionata dal profitto e dalla fama. Quasi famosi è la celebrazione del rock come mito, un mito che si sgretola con la presa di coscienza del protagonista che comprende che il motore di tutto è solo il denaro. Vincitore di due Golden Globe e di un premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale, Quasi famosi è un film da vedere almeno due volte: la prima ad occhi aperti per seguire il film e la seconda ad occhi chiusi per ascoltare la meravigliosa colonna sonora.

03 aprile 2007

Viva, viva Kevin Smith!!!

Complice l’uscita in DVD di Clerks 2 ho passato lo scorso fine settimana a guardare l’opera omnia di Kevin Smith. Non sapete che è? Vergognatevi non siete cineasti “caga-alto” come me e Mara (che saluto)!!!

Il buon Kevin Nasce a RED BANK (New Jersey, USA) il 2 agosto 1970, a soli 24 anni prosciuga la carta di credito del padre e confeziona, con un manipolo di amici, uno dei più folgoranti esordi che il cinema indipendente ricordi: CLERKS. Girato in un bianco e nero sgranato, sboccato oltre ogni limite, il film ha il pregio di fotografare quella che lo scrittore Douglas Coupland definì “Generazione X”. Ne fanno parte i figli degli anni novanta, giovani senza ideali ne modelli da seguire che non vogliono crescere perché gli adulti che vedono non sono per nulla interessanti. Eterni bambini che parlano solo di sesso, fumetti e film di fantascienza… accidenti mi sembra di conoscerne più di qualcuno!!! Quando uscì nel ’94 dovetti aspettare la videocassetta per poterlo vedere e ne rimasi folgorato. Secondo voi potevo perdermi il secondo capitolo? Assolutamente no!!! Chiaramente anche questa volta niente cinema, ho aspettato pazientemente dal 29 settembre fino a giovedì scorso quando ho comprato (nessuno lo noleggia!!!) Clerks 2. L’ho visto e…BELLO!!! È un po’ triste rivedere Dante e Randal imbolsiti ed invecchiati ma tutto passa quando comincia il rosario di cazzate misto a parolacce: i commessi sono tornati. Finalmente!!! Il film è godibilissimo ma meno cattivo del precedente, si percepisce che il ragazzaccio del New Jersey ha messo su famiglia, i dialoghi sono sempre al limite del surreale (incredibile la sfida verbale tra un fan de Il signore degli anelli e uno della trilogia di Guerre Stellari) e le situazioni sempre più assurde.

Colto da delirio Keviniano ho rivisto anche Generazione X (il titolo originale è Mallrats molto più azzeccato) e In cerca di Amy. Lo so che non li avete mai sentiti nominare e, se volete, sono disposto a prestarveli così potete entrare di diritto nel nostro club, mio e della Mara, dei cineasti “caga-alto”.

Di tutti i film che ho nominato in questo post il più bello è sicuramente In cerca di Amy. Forse perché parla dell’amore che riesce ad abbattere le barriere, le convenzioni, la morale comune e per un attimo si libra, un attimo breve ed intenso prima di venire risucchiato nel vortice del perbenismo e della normalità.

Non voglio svelarvi altro, guardatelo e poi ne parliamo.

Il solo ed autentico NONNO!!!