Ci avevano già provato nel 2005 con La terza stella con risultati deludenti, hanno aspettato due anni e ci hanno riprovato, complice la regia di Massimo Venier. Sto parlando di Ale & Franz (al secolo Alessandro Besentini e Francesco Villa) che con la loro seconda prova cinematografica alzano decisamente il tiro e si cimentano con una storia vera, con personaggi veri, con un film vero!!! È rarissimo che il secondo film di un autore sia migliore del primo, normalmente la pellicola d’esordio è sempre carica di significato e la seconda il maldestro tentativo di replicarne il successo. Non è il caso di Ale & Franz che con Mi fido di te dimostrano di essere cresciuti e, soprattutto, di avere qualcosa da dire perché si cimentano con un problema attualissimo: i nuovi poveri.
Nel nuovo assetto del mercato del lavoro torna in auge la precarietà, malattia debellata negli anni ’80, oggi miete vittime soprattutto tra i quarantenni e i dirigenti. Queste categorie di lavoratori, quando perdono il lavoro, faticano moltissimo a trovarne uno nuovo perché troppo vecchi o troppo qualificati. Il duo comico sviscera bene l’argomento senza cadere nel ridicolo o nel patetico. Riescono a bilanciare bene la storia e i personaggi e tutto diviene scorrevole e spontaneo: un film!!!
È strano doversi meravigliare quando un film riesce ad essere divertente senza essere stupido, di solito ironia ed intelligenza dovrebbero andare a braccetto ma… accade assai raramente!!!
Come sempre niente trama (leggetevela “nell’internet”), sono convinto che nessuno vuole sapere cosa succede in un film, a tutti interessa sapere se è bello, se vale la pena vederlo. Quindi niente trama da vostro nonno!!!
22 luglio 2007
A volte il numero due…
14 luglio 2007
5 è il numero di Harry Potter
L’ho fatto, e per esserci riuscito devo ringraziare infinitamente la mia dolce metà!!! L’ho trascinata a vedere il 5° capitolo della saga del maghetto più famoso del mondo, due ore e mezza di magie ed incantesimi inutili e noiosi il voto che si merita è esattamente quello che si porta stampato nel titolo: cinque.
Cinque perché un film destinato ad un pubblico di adolescenti non può durare 150 minuti; cinque perché un preambolo (proprio perché “pre”) non può essere di 45 minuti (di noia mortale); cinque perché non succede nulla fino alla battaglia finale, niente mistero, niente magia, niente di niente; cinque perché non si ride, non ci si spaventa, non ci si emoziona.
L’unica nota positiva di Harry Potter e l’ordine della fenice è la critica, per nulla velata, ai governi occidentali che usano i mezzi di comunicazione e la repressione per distorcere la realtà. Se non ci fosse stato questo lieve battito d’ali e gli effetti speciali, per raggiungere il cinque, il buon Harry, avrebbe dovuto fare una magia veramente straordinaria!!!
Un Nonno cattivissimo!!!
08 luglio 2007
Fur - Un ritratto immaginario di Diane Arbus
Ho guardato questo film perché interessava a mia moglie, ne avevo sentito parlare ma non era nelle mie priorità. L’unica cosa che sapevo era che Nicole Kidman interpretava la fotografa Diane Arbus, nient’altro. Strano per un cineasta caga-alto!!! Il film è diverso perché non è una biografia della celebre fotografa ma un racconto inventato, una sorta di favola che ci racconta il momento in cui Diane cominciò il suo percorso artistico. La pellicola, oltre ad essere una conferma dell’enorme talento di Nicole Kidman, è un inno alla diversità, a guardare oltre l’apparenza per cogliere l’essenza delle persone. La Arbus affermava che: ” Molte persone vivono nel timore che possano subire qualche esperienza traumatica. I freaks sono nati con il loro trauma. Hanno già superato il loro test, nella vita. Sono degli aristocratici.” e durante i pochi anni in cui fotografò (morì suicida a soli 48 anni) concentrò la sua attenzione su personaggi bizzarri e deformi. Nel film di Steven Shainberg si coglie l’attrazione mista ad affetto che Diane provava per queste persone abituate a vivere ai margini della società, attrazione e complicità che solo anime gemelle possono provare. In una sorta di rivisitazione moderna della favola “la bella e la bestia” assistiamo al cambiamento della protagonista che, attraverso l’amicizia con Lionel Sweeney (Robert Downey Jr.), si libera di tutte le sue paure ed inizia ad essere pienamente se stessa. Questo sguardo così diverso sulle persone mi ha incuriosito molto così ho fatto un po’ di ricerche “nell’internet” e ho scoperto che questa donna ha veramente cambiato il modo di intendere la fotografia e ha influenzato personcine del calibro di Stanley Kubrik che in Shining la omaggiò citando una sua famosissima foto.
Se qualcuno volesse vedere questo film veramente particolare basta che me lo chieda. Un Nonno veramente caga-alto!!!