20 marzo 2012

Vi ho trascurato…



È vero, per mille motivi diversi, è un po’ che non sproloquio su questo blog. Mi dispiace e adesso rimedio subito. 
Posti in piedi in Paradiso di Carlo Verdone. Il soggetto mi intrigava parecchio: tre singles che per motivi economici si vedono costretti a condividere un appartamento. Ci si poteva sbizzarrire nell’inventarsi situazioni comiche con retrogusto amaro. Poteva scapparci una commedia di costume graffiante e cinica… purtroppo no!!! Verdone confeziona qualche momento divertente ma non riesce ad andare oltre. Gli interpreti, tutti sotto tono, sembrano lavorare al minimo sindacale. Voto 6-. 
Safe House – Nessuno è al sicuro di Daniel Espinosa. Poliziesco abbastanza scontato con Danzel Washington che non riesce a delineare un bastardo credibile come in Training day. L’esordiente regista svedese non riesce ad unire le numerose scene d’azione con una trama coinvolgente. Il risultato è piuttosto piatto e per niente originale. Voto 5/6. 
Hysteria di Tanya Wexler. Finalmente una commedia intelligente, molto ironica e assolutamente attuale, nonostante sia ambientata nella Londra del 1880. L’invenzione del vibratore è solo un pretesto per parlare di femminismo e diritti delle classi meno abbienti. È una gioia veder trattato un argomento così scabroso con classe e leggerezza. Voto 7 ½. 
Young adult di Jason Reitman. Ho professato più e più volte il mio totale amore per questo giovane regista figlio d’arte (Ivan “Ghostbuster” Reitman ne è il padre), dopo aver visto Thank you for smoking. Sono mesi che aspettavo di vedere la sua ultima fatica, convinto dai trailers, che sarebbe stata una commedia cinica e politicamente scorretta. Purtroppo no: il film è piuttosto noioso, poco graffiante e per niente divertente. Nonostante una Charlize Theron assolutamente in parte la pellicola arriva a stento alla sufficienza. 
The Double di Michael Brandt. Pseudo spy-story con Richard Gere, nei panni di un agente della C.I.A. in pensione, richiamato in servizio per catturare un fantomatico killer russo. Nel film tutto langue: l’azione, troppo spesso telefonata; i colpi di scena, uno troppo presto e l’altro troppo tardi; la recitazione, appena sufficiente; la regia, priva di mordente ed inventiva. Voto 5. 
50 e 50 di Jonathan Levine. Non è facile realizzare bei film con una malattia come collante della storia, il rischio di cadere nel patetico è altissimo. Figuriamoci una commedia!!! L’unico esempio degno di nota è Non è mai troppo tardi di Rob Reiner e due mostri sacri come Jack Nicholson e Morgan Freeman. Infatti Jonathan Levine non ci riesce, nonostante la buona volontà del protagonista Joseph Gordon-Levitt, il film è poco incisivo, per niente cinico e poco emozionante. Voto 6.

2 commenti:

Ciucinsky ha detto...

E bravo il nostro George che ci regala sempre un sacco di pre-visioni: mi spiace solo non aver visto un solo film di quelli che hai citato. Però ho rivisto "I soliti Ignoti" e "la finestra sul cortile" di Hitchcock e mi sono consolato di tutte le schifezze che stanno uscendo al cinema da 2 anni a questa parte. Ma possibile che dopo aver girato i film, non si siedano a vederlo per poi dirsi: bea c..ata ghemo fatto!!! Vabbé mi consolerò con i vecchi gloriosi film di una volta, senza effetti speciali, ma almeno con una trama degna di questo nome. Un salutone a George e Michela dai tuoi nipotini. Prometto: domani vengo a mangiare in mensa.

Tonono ha detto...

URKKA, ELC che torna a commentarmi e mi esalta i buoni vecchi film: LIBBBBIDINE!!! Ieri sera per consolarmi ho riguardato Un pesce di nome Wanda e ho riso come la prima volta che l'ho visto!!! Ciao Nipotini!!!