28 marzo 2007

FLAGS OF OUR FATHERS: quando una foto vince una guerra

Film storico di grande impatto spettacolare, narra le vicende legate all’immagine più significativa della Guerra del Pacifico (1945), ossia l’attimo immortalato da uno scatto fotografico in cui sei soldati piantavano la bandiera americana sul Monte Suribachi nell’isola giapponese di Iwo Jima.
Che un’immagine valesse più di mille parole era cosa nota… stupisce ancora, tuttavia, l’entità dell’impatto avuto da questa foto, in particolare, sul pubblico e sulla storia.
Certo, il fotoreporter era Joe Rosenthal (avete presente il premio Pulitzer?), lo scatto finì sui francobolli e servì come modello al governo americano per una statua celebrativa dell’evento, ma resta comunque un fatto: il momento immortalato nella foto, entrato così prepotentemente nella storia, della storia non è parte. La foto assunta a simbolo della vittoria è infatti clamorosamente ed innegabilmente un falso.
Successe infatti che la bandiera venisse issata dai soldati, lassù, visibilissima da tutti, tra applausi generali e sirene spiegate dalle navi ormeggiate. Successe che il politico di turno volesse assolutamente quella bandiera per sfruttarla a scopi propagandistici e che il capitano della compagnia, che aveva versato sudore e sangue per arrivare lassù, volesse tenerla per se. La fece sostituire. Venne così issata la nuova “falsa” bandiera con il fotografo che riprendeva l’evento.
Da qui partì la macchina propagandistica tra un intrico di verità, messinscene e marketing patriottico che vide coinvolti in qualità di eroi, 3 dei 6 soldati, scaraventati prima in trincea, poco più che ragazzi, strumentalizzati ed abbandonati al proprio destino poi.
I veri protagonisti non sono quei 3 poveri ragazzi vittime ignare del mondo che hanno attorno e che non hanno scelto, ma i finanziatori della guerra, i manovratori della macchina propagandistica, capaci di creare eroi laddove esisteva solo un disperato tentativo di salvare la propria vita e magari anche quella dei compagni. Tutto ciò, a noi cinici quarantenni dalla pelle dura, poco sorprende. Sorprende invece che tutto ciò esistesse già allora; che anche al tempo, lontani anni luce da tv satellitare ed internet, esistessero uomini in grado di mistificare cifre e situazioni.
Ancor più sorprende che l’osservatore che con occhio così lucido e distaccato racconta episodi di storia e finzione sia proprio quel Clint Eastwood, fiero repubblicano da sempre, che non ha mai lesinato il suo sostegno ad un certo tipo di politica. E’ ancora più viva quindi, l’ammirazione per un patriota (perché non dimentichiamo che Eastwood la guerra l’ha fatta veramente), che nonostante l’età non ha mai smesso di interrogarsi sulle pieghe della storia e su quanto gli accade attorno.
Non c’è nulla di positivo nell’essere soldati, sembra dire Eastwood, a Iwo Jima come in Iraq; tutto ciò che si ottiene è un esercito di morti, spesso senza nome, sempre fatto di corpi maciullati, smembrati o crivellati come ci mostra con un iperrealismo per buona parte del film, quasi a volerci ricordare che la guerra è fatta di sangue e morte e non di immagini di patinata onnipotenza.

25 marzo 2007

300 modi di dire Miller




Era da un po’ che aspettavo 300, film tratto da una graphic novel di Frank Miller. Dal giorno in cui sono entrato in sala per vedere Sin City, altro film tratto da una serie a fumetti del medesimo autore. Di solito quando aspetto anelante di vedere un film resto deluso: quasi mai le mie aspettative vengono appagate.
Questa volta invece si!!! 300 è un film epico e grandioso, forse il più bel omaggio al mondo dei comics. Ogni inquadratura sembra un dipinto, tutto è curato nei minimi dettagli come farebbe un disegnatore scrupoloso. La regia di Zack Snyder è assolutamente all’altezza di questo film che parla di uomini duri, pronti a morire per difendere la propria terra e la propria libertà. Tutte le polemiche su 300 sono, a mio avviso, assolutamente ingiustificate. Come si può paragonare gli Spartani agli americani? I primi hanno combattuto per difendere i loro ideali di giustizia e libertà, i secondi invadono in nome del sogno americano. Io trovo le due cose LEGGERMENTE diverse!!!
Tornando al film, io e miei amichetti l’abbiamo trovato molto bello. Bellissima la fotografia, sgranata come un vecchio fumetto; bellissime le scene di guerra, mai troppo lunghe e ben bilanciate con tutto il resto del film; assolutamente da gustare i titoli di coda, fatti solo con i colori rosso e nero che s’intersecano creando magnifiche figure in movimento.
300 ci è piaciuto così tanto che il “dopo film” ne ha risentito un po’. La compagnia della Braga (è così che ho battezzato la nostra combriccola di cinemaniaci) usa soffermarsi all’uscita del cinema per commentare a caldo il film appena visto. È inutile dire che più il film fa C….e e maggiore è il tempo passato a sparare cazzate. La settimana scorsa con Gost Rider abbiamo abbondantemente passato i sessanta minuti. Per fortuna che in 300 il personaggio di Serse si prestava parecchio agli sberleffi altrimenti…. niente commenti!!!

18 marzo 2007

Ghost Raider: quinto in classifica



Venerdì 16 marzo in compagnia di altri dieci temerari sono andato a vedere l’ultima fatica del regista Mark Steven Johnson: Ghost Rider. Vi chiederete perché ho scritto che è quinto in classifica e soprattutto di quale classifica si tratta? Vi accontento subito! Ghost Rider si aggiudica meritatamente il quinto posto di peggior film di fantascienza della storia del cinema!!!


Ma quali sono i primi quattro?

Al primo posto svetta incontrastato e con parecchie lunghezze di vantaggio Highlander II - Il ritorno, secondo capitolo di un film che non poteva averne. Forse il regista Russell Mulcahy si era scordato che sul primo film della serie (ne hanno fatti incredibilmente quattro!!!) l’attore protagonista Christopher Lambert che interpretava Connor Macleod aveva decapitato Kurgan ottenendo la ricompensa tango agognata e che il mentore del nostro eroe Juan Sanchez Villa-Lobos Ramirez era stato a sua volta ucciso dal terribile Kurgan. Con queste premesse non si può girare un sequel nel quale scopriamo che Ramirez è ancora vivo e che Macleod è un alieno. C’è un limite alle cazzate che si possono accettare in nome della fantascienza!!!

Al secondo posto troviamo, saldamente ancorata, la trasposizione cinematografica del fumetto della DC Comics Catwoman. Perfetto esempio di film dove la presenza di due attrici vincitrici del premio Oscar non fa evitare la catastrofe. Costato la ragguardevole cifra di 80 milioni di dollari, questa offesa alla settima arte ne ha raggranellato a malapena la metà contando i diritti televisivi e le vendite dei DVD. Le due protagoniste, una inespressiva Sharon Stone e un’attonita Halle Berry sembrano essere passate lì per caso, il regista Pitof (ma che nome è Pitof!!!) avrebbe fatto meglio a curare gli effetti speciali (dove non è per niente male) e lasciare la regia a qualcuno di più esperto.

Al terzo posto troviamo Ultraviolet. Dire che questo film è brutto è essere gentili, la sceneggiatura sembra essere stata scritta in pizzeria su tovagliolini di carta, sparsi poi per il set a caso. Alla fine di ogni combattimento gli attori devono essersi chinati a raccoglierne uno per leggere la battuta scritta sopra. Non riesco a trovare altra spiegazione per la banalità e la prevedibilità di questo inutile film, tutto è già stato visto e scritto molto meglio. Non riesco a capire come si possano investire milioni di dollari in produzioni spazzatura come questa, mi rifiuto di pensare che nessuno durante la lavorazione di questo film si sia reso conto che stava contribuendo a uno dei peggiori film di fantascienza di tutti i tempi, nemmeno gli effetti speciali sono da salvare: grossolani e approssimativi come non se ne vedevano da tempo.

Al quarto posto fa la sua comparsa The Punisher, ennesima rielaborazione di un fumetto Marvel ed ennesima cazzata atomica. Il protagonista Thomas Jane interpreta Frank Castle (Il Punitore del titolo) con il trasporto di un comodino e John Travolta vanifica, con questo film, trent’anni di onorata carriera. Il fumetto (che io leggo) è stato il primo ad avere come protagonista un eroe negativo che cerca nella vendetta uno scopo per la sua vita distrutta. Di tutto questo nel film non c’è nulla, solo delle gran sparatorie con deflagrazione finale a forma di teschio: l’apoteosi della M…a!!!

Finalmente siamo giunti al quinto posto dove incontriamo meritatamente Ghost Rider!!! Ero un ragazzino quando, in compagnia di mio fratello, andavo in edicola la domenica mattina per acquistare i fumetti dei supereroi Marvel. Ghost (da noi non correva!!!) era uno dei miei preferiti, mai del tutto buono e sempre in bilico tra inferno e paradiso. Con queste premesse si poteva fare un film degno di questo nome, con Constantine ci sono riusciti, perché col povero Johnny Blaze no? Forse la colpa non è tutta del regista e sceneggiatore, forse metà della responsabilità dicotanta M….a va anche al protagonista Nicolas Cage che recita come uno stoccafisso!!! Speravo in qualche effetto mirabolante… niente neanche su questo fronte.

Per concludere volevo ringraziare i mie compagni di sventura che mi hanno sostenuto in questa difficile prova: GRAZIE, senza di voi non ce l’avrei mai fatta!!!
Prima di lasciarvi invito tutti voi che venite a visitare questo blog a stilare la vostra personale classifica dei peggiori cinque film di tutti i tempi. Vi aspetto numerosi!
Il Nonno

08 marzo 2007

Borat: niente sarà più come prima!!!

Dite la verità che stavate aspettando la recensione di Borat - Studio culturale sull'America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan (titolo degno della migliore Lina Wertmüller), non vedevate l’ora di sapere se mi è piaciuto. Dire che mi è piaciuto è un po’ riduttivo, sono letteralmente morto dal ridere!!! Sono uscito dal cinema dicendo: ”A me fa male le ganasse”, non mi succedeva dai tempi di Top Secret. Il film è dissacrante, assolutamente demente, politicamente scorrettissimo, esilarante fino alle lacrime. Potrei andare avanti per ore a tentare di descriverlo ma sarebbe tempo perso, questo film segnerà un punto di non ritorno: da adesso in poi tutti dovranno confrontarsi con il nuovo Groucho Marx (non trovate che gli somigli molto?) del XXI secolo. Sacha Baron Cohen ha fatto centro con questo personaggio e ha meritato in pieno il Golden Globe come miglior attore comico, la sua faccia di bronzo è assolutamente perfetta. Non ho visto il suo precedente film dove interpretava Ali G ma l’ho già chiesto in prestito ad Alessio (che saluto), sono curioso di fare il confronto con Borat. Se avete voglia di ridere fino a stare male andate a vedere Borat al cinema, non c’è niente di meglio che sentire gli altri spettatori ridere. Non aspettate che esca in DVD, film come questo vanno visti al buio di una sala cinematografica, divertono molto di più!!!

06 marzo 2007

Ah, l’amore!!!

Ho visto due commedie romantiche…sto diventando una femminuccia? NO! Sono stato tradito dai miei “amichetti” che sono andati a vedere Borat senza di me!!! Dite la verità sono delle M….e? Stendiamo un “velo peloso” su questa faccenda e andiamo avanti. Sono due settimane che mi riprometto di scrivere di Quando l’amore va in vacanza e non sono riuscito a trovare il tempo, finalmente è giunto il momento di dire la mia su questo film: Caruccio! Forse un po’ troppo lungo (due ore e un quarto!!!) e scontato ma tutto sommato piacevole. Si ride e ci si commuove e questo significa che il film ha svolto dignitosamente il suo compito: ha toccato le corde del nostro cuore. La parte che ho preferito è quando entra in scena Eli Wallach che interpreta un vecchio sceneggiatore di Hollywood. Lo sguardo di questo attore novantenne e così pieno di vita che incanta tanto è magnetico e scintillante. Delle due coppie di attori ho preferito di gran lunga quella formata da Kate Winslet e Jack Black, sono entrambi più autentici e motivati. La coppia dei “belli” formata da Cameron Diaz e Jude Law è troppo ingessata e macchiettistica per sembrare reale. Per chiudere posso dire che Quando l’amore va in vacanza è una pellicola che porta a casa la sufficienza, cosa rara per una commedia di questi tempi!!!

Per la gioia delle pulzelle recensirò anche Scrivimi una canzone. Questo film ha bisogno di una nota introduttiva: se volete gustarlo fino in fondo dovreste avere almeno quarant’anni. Solo così inizierete a ridere dal primo momento vedendo il video di questo fantomatico gruppo chiamato POP di cui Hugh Grant interpreta il cantante Alex Fletcher. La prima parte del film è assolutamente esilarante, assistiamo alle esibizioni di Alex Fletcher in raduni di ex alunni e fiere paesane…meravigliosissime (come dierebbe la mia amica Laura). Poi come accade al 90% delle commedie americane il ritmo cala e il moralismo miete la sua ennesima vittima. Peccato, l’inizio era veramente travolgente poi… la solita minestra!!! La media matematica porta il voto a sei ma Scrivimi una canzone avrebbe potuto aspirare a ben altro se il regista Marc Lawrence fosse riuscito ad essere un po’ più cinico e meno desideroso di far felice il pubblico. Comunque, popolo di magnifici quarantenni se volete rivivere il sound e rivedere il look degli anni ’80 non perdete questo film, dopo trenta secondi tornerete immediatamente quindicenni!!!


01 marzo 2007

The Departed: il bene e il male secondo Martin Scorsese

Ha iniziato a parlare di violenza urbana nel 1973 con Mean Streets insieme a Robert De Niro e oggi, a distanza di oltre trent’anni, continua a farlo con grande maestria. Sono veramente contento che The Departed abbiavinto quattro Oscar perché è un film veramente grandioso. Dopo anni di prove opache Martin Scorsese torna ad essere un autore di serie "A" e ci regala un film che si insinua nell’animo umano per capire fino in fondo come siamo fatti, fino a che punto possiamo arrivare. Il bene e il male hanno la stessa faccia da bravo ragazzo, sono entrambi coperti di menzogna e alla fine si mescolano lasciando lo spettatore spiazzato e attonito di fronte a tanta violenza. Il film è una lezione di cinema: bellissimo il preambolo iniziale con Jack Nicholson (che interpreta il boss Frank Costello) sempre in controluce quasi a voler ritardare la sua entrata in scena; da manuale il montaggio di Thelma Schoonmaker (vincitrice del premio Oscar!!!) che passa da un personaggio all’altro senza che ce ne accorgiamo. The Departed è anche una lezione di vita, un pugno nello stomaco che ci obbliga a guardare il mondo visto attraverso gli occhi del regista, un mondo cinico e senza speranza dove bene e male soccombono. Forse non sono stato chiaro l’ultima fatica di Scorsese merita un 10 e lode un film assolutamente da vedere. ASSOLUTAMENTE. I tre protagonisti sono perfetti, Jack Nicholson si conferma un grandissimo attore, regala al suo personaggio mille sfaccettature senza mai strafare, riempie la scena senza oscurare mai nessuno: un grande! Leonardo Di Caprio merita la lode, è il terzo film consecutivo che gira insieme a Scorsese e si vede! Riesce ad essere duro e fragile allo stesso tempo, rende magnificamente il dramma interiore del poliziotto infiltrato che vive una vita di menzogne e falsità. Per ultimo Matt Damon che interpreta il poliziotto Colin Sullivan amico e informatore del boss mafioso. Per lui una gamma di espressioni diverse e più sottili, più difficili da cogliere ma, non per questo, meno intense. Se avete accettato il mio consiglio e siete andati a vedere The Departed forse vorreste vedere altri film del regista Newyorkese…eccovi accontentati!!!
Il primo della lista è Taxi Driver con un Robert De Niro da manuale. Il secondo è L’età dell’innocenza, solo apparentemente un film in costume, in realtà è una spietata e lucida analisi della società: bellissimo. Per completare la "trilogia consigliera" pappatevi Quei bravi ragazzi, ritratto al vetriolo dei mafiosi della grande mela. A questo punto sarete cotti a puntino, pronti per il capolavoro assoluto, il film che regalò a Robert De Niro il secondo premio Oscar: Toro scatenato. Girato in un magnifico bianco e nero, il film racconta la vita del pugile italo-americano Jake La Motta: la scalata alla conquista del titolo mondiale dei pesi medi e l’inevitabile declino. Per interpretare il pugile chiamato "Il toro del Bronx", De Niro di è allenato per tre mesi con l’autentico Jake La Motta studiandolo nei minimi particolari.