29 ottobre 2012

Tante scuse




Vi sto trascurando? Forse si. Per una serie di motivi mi manca il tempo e sono costretto a fare delle scelte. Dopo queste banalissime scuse passo agli sproloqui veri e propri. 

Killer Joe di William Friedkin. Il papà de L’esorcista e di altri grandi film (Il braccio violento della legge e Vivere e morire a Los Angeles) esplora col suo sguardo attento la provincia americana più degradata. La pellicola, uscita in America l’anno scorso, fa molte promesse che poi non mantiene: personaggi troppo stereotipati, una sceneggiatura con qualche lungaggine di troppo e gli attori non tutti in parte. Il risultato è un film mediocre. Voto 6. Se vi è piaciuta l’atmosfera ci consiglio vivamente Un gelido inverno di Debra Granik, non ve ne pentirete.

The Wedding Party di Leslye Headland, vorrebbe essere una commedia ma manca l'ironia, le protagoniste dovrebbero essere bad girls e invece sono solo girls. Un po’ tutto e un po’ niente, manca l’obbiettivo l’opera prima di Leslye Headland perdendosi nei meandri della commedia scorretta ma non troppo, anche le protagoniste non convincono. Voto 6-. Molto meglio Le amiche della sposa.

Cogan – Killing Them softly di Andrew Dominik. Gangster movie un po’ anomalo dove le parole superano di gran lunga le pallottole. I 96 minuti della durata sembrano dilatarsi in alcuni momenti. Peccato perché l’idea di fondo non è per niente male: la contrapposizione fra l’America dei discorsi di Obama e l’America cinica e votata solo al profitto. Peccato la lentezza. Voto 6+.

Le Belve di Oliver Stone. Dopo il mezzo scivolone di Wall Street - Il denaro non dorme mai, aspettavo al varco l’eclettico regista di New York vincitore di tre premi Oscar. Devo dire che il vecchio leone non ha perso il tocco, questo ultimo lavoro è un triangolo amoroso in salsa pulp messicana con retrogusto di tragedia greca. Con ben due finali: il primo veramente tragico e il secondo fatto per accontentare tutti (a mio avviso). Risultato finale di tutto rispetto. Voto 7-.

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